Descrizione
Introduzione di Raniero La Valle
La povertà di cui Turoldo celebra il mistero e la cui profezia invoca che si realizzi, la povertà rivendicata come un valore, come portatrice non di morte ma di vita, è quella che invece di abbattimento, può essere beatitudine, invece che spossessamento può essere acquisto, invece che espressione della “nera esistenza del male”, può essere il segno del “bianco mistero della grazia e dell’amore divino”.
Se i poveri sono gli unici eredi del regno, occorre che i poveri non siano una categoria predefinita di uomini, ma un modo di essere, di riconoscersi uomini, altrimenti non sarebbe vero che Dio è di tutti, che non fa distinzione di persone. La povertà è l’essere uomo dell’uomo. In questo senso i poveri sono «la profezia che attraversa tutta la storia»; profezia in quanto rivelazione di ciò che l’uomo veramente è, e perciò anche di ciò che, per realizzare la sua forma, deve essere.